Ultima modifica: 27 Febbraio 2016

Dallo zigote al bambino

  • Dopo un mese di vita l’embrione misura circa 3/4 mm e pesa 1 grammo. Si sta formando il tubo neurale da cui avrà origine il sistema nervoso e si può notare la comparsa di un piccolo cuore
  • Alla fine del secondo mese il cordone ombelicale collega l’embrione alla placenta
  • Alla fine del terzo mese l’embrione, quando ormai si riconosce la morfologia umana, viene chiamato feto. E’ lungo da 4 a8 cm e pesa circa 14 grammi. Gli arti sono cresciuti e si iniziano a formare le unghie. La pelle è ancora rugosa e coperta da una peluria.
  • Alla fine del quinto mese il feto misura 25 cm e pesa 300 grammi. I movimenti sono molto più frequenti e possono essere percepiti dalla madre
  • Alla fine del sesto mese il feto misura 30 cm e pesa 1 kg. Le braccia sono ripiegate sul ventre. Potrebbe vivere fuori dal corpo della madre all’interno di una incubatrice.
  • Nell’ultimo trimestre la pelle perde la rugosità perché si formano dei cuscinetti di grasso sotto la cute e la peluria inizia a scomparire. La testa è ormai rivolta verso l’utero, la lunghezza e il peso aumentano infatti alla nascita il bambino è lungo circa 50 cm e pesa 3,3 kg.

Il parto

Dopo circa 9 mesi, quando ormai l’embrione ha completato il proprio sviluppo e si è disposto con la testa verso il basso ossia nella posizione che offre la minore resistenza, può iniziare la fase del travaglio. Le fibre muscolari dell’utero iniziano a contrarsi con un ritmo regolare fino a provocare la dilatazione del collo dell’utero che arriva ad avere un diametro di circa 10 cm. A questo punto inizia la fase espulsiva in cui le contrazioni involontarie dell’utero e le spinte dei muscoli addominali della madre portano alla fuoriuscita del bambino. L’ultima fase o secondamento avviene quando viene espulsa anche la placenta.

In alcuni casi, quando il bambino si trova in una posizione che non faciliterebbe la nascita o il cordone ombelicale si è attorcigliato intorno al suo collo, si preferisce ricorrere al taglio cesareo, un’incisione chirurgica nelle pareti dell’addome e dell’utero.

L’allattamento

Dopo il parto, la prolattina, un ormone prodotto dall’ipofisi, induce la secrezione del latte da parte delle ghiandole mammarie del corpo della donna. A questo punto l’azione di suzione del neonato stimola l’ipofisi a produrre altra prolattina che induce altra produzione di latte. Nei primi giorni il liquido succhiato dal bambino è denso, di colore giallo, si chiama colostro ed è formato soprattutto da proteine tra cui gli anticorpi che proteggono l’intestino del neonato dai batteri. Dopo tre o quattro giorni questo liquido diventa più chiaro, cremoso e aumenta la quantità di grassi e zuccheri necessari per la crescita del tessuto nervoso.

Verso il decimo giorno si forma il latte maturo di colore azzurrognolo e più dolce formato da acqua, zuccheri, grassi, proteine, vitamine e sali minerali, un liquido completo per lo sviluppo del bambino.

La sua composizione cambia nel corso della poppata: all’inizio è ricco di acqua e zuccheri e serve per calmare la sete e la fame del neonato, poi aumentano le proteine e infine i grassi che servono a dare un senso di sazietà al neonato. Anche nel corso della giornata cambia la poppata: il latte della sera è meno ricco di grassi e quindi più facilmente digeribile dal bambino.

Fecondazione
Fecondazione
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