Ultima modifica: 27 Febbraio 2016

Omosessualità e pregiudizio: fattori genetici o altro?

L’omosessualità umana è  stata accettata o rifiutata a seconda del  particolare momento storico o della cultura dominante. Nel mondo occidentale e mediorientale, l’etica, fortemente influenzata dalle tre grandi religioni monoteiste, tende a rifiutarla come un peccato “contro natura”. La definizione contro natura fa pensare ad un comportamento tipico della nostra specie e non condiviso dal resto del regno animale. Lo scopo di questo articolo quindi, è capire se l’omosessualità sia una prerogativa degli esseri umani e, soprattutto, se sia, in qualche modo, contraria alle leggi che governano la biologia, come l’evoluzione, e quindi possa esistere un valido motivo per considerarla “contro natura”.

Cosa intendiamo per omosessualità?

Atti sessuali o preferenze tra animali dello stesso sesso oppure azioni, come allevare la prole, fra due individui dello stesso sesso non imparentati.

Sono stati osservati comportamenti riconducibili a quanto detto in precedenza almeno in 1500 specie di animali sia tra  i vertebrati sia tra gli invertebrati come le libellule o le cimici.

Guppy

Guppy

Molte specie di pesci, come i pagliaccio o i guppy, cambiano sesso raggiunta una certa età senza bisogno del chirurgo plastico: il tipo di gameti prodotti, infatti, è controllato unicamente dagli ormoni.

Pesci Pagliaccio

Pesci Pagliaccio

Anche nei rettili osserviamo comportamenti particolari: almeno quindici specie di lucertole americane del genere Aspidoscelis sono completamente partenogenetiche (ossia i piccoli si sviluppano da uova non fecondate) e non sono mai stati trovati individui maschi. Nonostante tutto, queste lucertole non si negano i piaceri dei rapporti sessuali: gli individui che hanno già deposto le uova, probabilmente a causa dell’aumentato livello di progesterone, sì comportano da maschi e si avvicinano alle altre femmine.

Aspidoscelis

Aspidoscelis

L’atto riproduttivo, sebbene inutile dal punto di vista dello scambio genetico, è molto importante perché aumenta il livello degli ormoni in circolo e stimola l’ovulazione delle lucertole che non avevano ancora deposto le uova. Infatti le femmine tenute in isolamento depongono un numero di uova decisamente minore.

Albatros di Laysan

Albatros di Laysan

Nelle Hawaii vivono colonie di albatros di Laysan; circa un terzo di loro è formato da coppie di femmine che vivono insieme per tutta la vita. Ciascuna femmina della coppia depone un uovo fecondato nel nido (segno che entrambe si accoppiano anche con i maschi) ma decidono di covarne uno solo. esattamente come accade, nelle coppie maschio– femmina. Anche in assenza di veri rapporti sessuali, possiamo parlare di coppie dal momento che le due femmine si coccolano e si corteggiano come due coppie eterosessuali. Probabilmente questi uccelli formano coppie composte solo da femmine perché nelle colonie osservate la percentuale di maschi è molto bassa, circa del 41%, e anche coppie dello stesso sesso possono garantire maggiori cure parentali.

Cigni neri australiani

Cigni neri australiani

I cigni neri australiani formano coppie omosessuali ma questa volta di maschi. Per riprodursi formano un triangolo con una femmina e, dopo che uno dei due si è accoppiato e la femmina ha deposto le uova, viene cacciata dal nido.

L’esploratore George Levick, uno dei pochi sopravvissuti alla spedizione che cercò di arrivare, senza riuscirci, al polo sud nel 1912 e rimasto intrappolato per un’intera estate artica in quelle regioni, osservò nei maschi dei pinguini di Adelia comportamenti omosessuali forse legati ad un bassa soglia di eccitabilità. Annotò tutto in greco ritenendo (primo pregiudizio documentato) questi atti molto gravi. Quando tornò in patria scrisse la

Pinguini di Adelia

Pinguini di Adelia

“Storia naturale dei pinguini di Adelia” ma si guardò bene dal pubblicare i comportamenti omosessuali dei pinguini. Solo nel 2012 i suoi scritti furono ritrovati e pubblicati dal curatore del museo di Storia Naturale di Londra.

Tra i mammiferi sono stati osservati comportamenti omosessuali utili a rinsaldare i legami sociali come nei bonobo o nei delfini oppure, come per i leoni, dovuti ad una bassa soglia di eccitabilità.

Coppie di delfini dello stesso sesso hanno rapporti sessuali tra di loro (ma anche con le femmine) e possono rimanere insieme anche per tutta la vita. Il sesso tra delfini maschi non è, evidentemente, finalizzato alla procreazione e probabilmente serve a consolidare i rapporti sociali nella coppia.

Anche nell’homo sapiens esistono comportamenti omosessuali. Le cause dell’omosessualità sono neurologiche, ormonali, genetiche o è solo libero arbitrio? Possono esistere vantaggi evolutivi nell’avere rapporti  non fertili? L’omosessualità è veramente contro natura? Cosa pensano gli scienziati?

Quali sono le cause dell’omosessualità? Alcune motivazioni come il libero arbitrio o il contesto sociale sembrano effettivamente molto deboli in quanto la spinta alla riproduzione è molto ben radicata nei nostri geni per andarle contro senza cause genetiche o fisiologiche. Il fatto che l’omosessualità, maschile e femminile, sia presente pressoché in tutte le culture e che si manifesti più frequentemente in alcune famiglie ha spinto a ipotizzare l’esistenza di una base genetica, anche se tutte le ricerche di geni le cui varianti potessero essere associate allo sviluppo dell’omosessualità hanno dato sistematicamente esito negativo. Inoltre se vi fossero geni responsabili dell’omosessualità, la selezione naturale darwiniana dovrebbe limitarne la diffusione, dato che un omosessuale più difficilmente potrà avere una prole numerosa a cui trasmetterli. Studi recenti di carattere neurologico si sono concentrati sullo sviluppo di particolari regioni dell’ipotalamo che producono enzimi che possono influenzare i livelli di testosterone e quindi la preferenza sessuale, altri di carattere genetico su una particolare regione del cromosoma X, ma la più interessante è una ricerca sui fattori epigenetici ossia fattori ereditabili che non riguardano i geni ma la loro modalità di espressione. Questo potrebbe spiegare la persistenza nella nostra specie di alcuni caratteri, tra cui l’omosessualità, che, come detto, dovrebbero invece essere eliminati dalla selezione naturale. Scienziati del NIMBios, l’istituto di Matematica e Biologia della famosa Università del Tennessee (Stati Uniti) hanno studiato in dettaglio alcuni marcatori epigenetici, temporaneamente presenti nel corso dello sviluppo dell’embrione e del feto. Mentre i geni costituiscono sistemi di istruzione per la produzione di proteine, i fattori epigenetici dicono in quali tessuti e in quale momento vanno espressi i geni. I marcatori studiati da Sergey Gavrilets e colleghi sono quelli prodotti nelle prime fasi di sviluppo dell’embrione e destinati a regolare la sensibilità delle cellule alle variazioni dei livelli degli ormoni sessuali nel corso del successivo sviluppo del feto. In pratica, la presenza di questi marcatori impedisce che un feto di sesso femminile subisca una mascolinizzazione se i livelli di testosterone sono troppo alti o una femminilizzazione del maschio nel caso opposto. Questi fattori epigenetici vengono per lo più prodotti di nuovo a ogni generazione; in qualche caso, però, alcuni possono passare da una generazione all’altra, e interferire con l’azione di quelli prodotti dall’embrione. Nel caso di questi fattori epigenetici, se vengono ereditati quelli caratteristici del sesso opposto, potranno influenzare o la preferenza sessuale o l’identità sessuale. Non è sempre facile accettare l’omosessualità: nell’articolo richiamato dall’immagine uno dei tanti episodi di intolleranza nei confronti di un giovane gay. pregiudizioNell’immagine successiva l’importante presa di posizione del calciatore Dessena del Cagliari, pesantemente insultato sul proprio sito facebook, per aver manifestato contro l’omofobia. Nello stesso articolo, però, bisogna anche sottolineare il pregiudizio del giornalista che sottolinea l’eterosessualità del calciatore. Era importante sapere che Dessena ha una compagna e un figlio? Probabilmente no. E allora perché il giornalista ha voluto sottolinearlo?

Bel gesto di Dessena e pregiudizio di un giornalista

Bel gesto di Dessena e pregiudizio del giornalista

Qualunque sia la causa che comunque non possiamo definirla contro natura in quanto praticata da molti altri animali, l’accettazione senza moralismi o senza pregiudizi della sessualità altrui, umano, delfino, pinguino o albatros che sia, sarebbe sicuramente il segnale che il mondo che ci circonda non è poi così spaventoso.